Il Copertino Doc della Cupertinum Miglior Rosso di Puglia
“Un’azienda che ha restituito lustro alla vitivinicoltura cooperativa pugliese… Anche quest’anno un repertorio di vini di rarissima qualità”. La Guida de L’Espresso 2019, diretta da Enzo Vizzari, e per la parte enologica coordinata da Andrea Grignaffini, premia il Copertino Doc Rosso Riserva della Cupertinum quale Miglior Rosso di Puglia, assieme ad altri due, e tra i Top 100 d’Italia.
Giuseppe Pizzolante Leuzzi, winemaker della storica Cantina di Copertino dal 2010 non nasconde la soddisfazione: “Siamo onorati che il progetto qualitativo e di rinnovamento portato avanti con impegno in questi nove anni, con i soci viticoltori, lo staff e l’amministrazione della Cupertinum stia avendo i migliori riconoscimenti. L’impegno continua, ma i successi aiutano a lavorare con più stimoli”.
La Guida a proposito del Copertino Doc Rosso Riserva 2010 scrive: “Incredibile quanto la Cupertinum riesca a definire i suoi vini: questo qui, da viti di negroamaro e malvasia nera allevate ad alberello e disposte a quinquonce, a sensazioni contemporanee di grafite e catrame alterna la nostalgia di un rosmarino selvatico. Ha una bellezza seduttrice e appassionata, una potenza disarmante che scioglie ogni tensione”.
E a proposito della Cantina Cupertinum: “Un’azienda che ha restituito lustro alla vitivinicoltura cooperativa pugliese, quasi al centro della penisola salentina, a metà strada fra il mare Ionio e l’Adriatico, tra il golfo di Taranto e il Canale d’Otranto. Conditio sine qua non per gli amanti del Negroamaro più tradizionale, dalle belle sfumature aranciate, profumi di marca ossidativa, nessun eccesso alcolico. Anche quest’anno un repertorio di vini di rarissima qualità”.
Soddisfatto anche il presidente Francesco Trono: “Ce la stiamo mettendo tutta per valorizzare vitivinicoltura, agricoltura e territorio. Ora abbiamo riconoscimenti anche dai migliori esperti. Ma è importante che anche la comunità locale capisca che la Cantina è una realtà che va sostenuta. Il consumatore può diventare consumatore sensibile, che fa un passo in più oltre al piacere di bere ottimi vini: capisce che acquistando un prodotto aiuta il territorio e la sua economia. Così si può chiudere il circuito virtuoso”.